lunedì 22 settembre 2014

Vegan Zagor ?

Forse non tutti voi sanno della mia passione per uno dei fumetti popolari più longevi del nostro paese, quel tarzanide in casacca rossa che risponde al nome di Zagor, creato dal Sergio figlio del Bonelli, avventuroso romanziere, papà di Tex con cui diede il via a un effetto domino di creatività all'interno della letteratura disegnata a tutt'oggi inarrestato. Se fu Topolino, col suo fumetto Disney, l'esperta casalinga ad introdurmi in un nuovo e mirabolante aspetto dell'esistenza, sicuramente fu Zagor il primo amore, la prima tormentata storia, la mia emancipazione fumettistica che mi permise di levare l'ancora ed allargare i miei orizzonti, avvicinandomi alle coste della maturità a "nuvolette". Dal cosiddetto "Spirito con la scure" in poi è stata tutta discesa (o tutta salita, a seconda dei punti di vista)  verso culture sempre diverse e molto distanti tra loro: americani, striscie, supereroi, sudamericani, franco-belga, manga, manhwa, graphic-novel e chi più ne ha, più ne metta. Quindi il mio affetto per il personaggio trascende il semplice "mi piace"  e sarà per questo, sarà per la narrativa fantastica tutt'ora piuttosto fresca ed apprezzabile, o sarà per le firme degli autori, che aspettavo con grande curiosità di leggere l'albo di questo agosto, marchiato da una colonna della serie come Maurizio Colombo e da Giorgio Giusfredi, un giovane debuttante in casa Bonelli, ma che ha già potuto lasciare il proprio segno in qualche almanacco.
Così mi trovo a leggere un'avventura zagoriana con tutti i crismi, avvincente dalla prima all'ultima vignetta ed adornata con una sequela di personaggi uno più particolare dell'altro, grazie ai quali i siparietti comici di Cico si sprecano, alleggerendo come da tradizione le varie vicende. Ed allora m'inchino alla coppia di autori, ma sopratutto, vista l'età (non poi così distante dalla mia) e l'inesperienza, al giovane Giorgio, perché fino a qui non se ne può che dire bene.
Eppure, più andavo avanti nella scoperta di questa nuova ed emozionante ventura dei nostri Don Chisciotte e Sancho Panza (riferimento non casuale, visto che nella storia gli autori si divertono ad accostarci i nostri eroi senza andar affatto fuori luogo), più avevo come l'impressione che s'imbattessero in dinamiche un po' più moderne rispetto al solito, un po' più, come dire, legate al nostro viver quotidiano.
Niente di male, in questo, anzi, ma nessuno mi toglie dalla testa che la strega hippie figlia dei fiori, vegetariana e tra un po', probabilmente, anche vegana, e il tema dell'animalismo e dell'ecologismo che si celano abilmente dietro l'angolo, siano frutto dell'enfant prodige Bonelli, o (chissà?) così non è e il buon Colombo ci ha messo del suo. Ad ogni modo la cosa mi ha molto divertito e mi sono istantaneamente interrogato su come il personaggio di Zagor da sempre campione d'umanesimo, possa interagire con un personaggio così spiccatamente ambientalista. Ho sempre interpretato la figura dello Spirito con la Scure come un rappresentante di valori universali, che mettono la vita e la fratellanza umane come priorità assolute, anche davanti al resto dell'universo, animale, vegetale, ecc, senza però mancargli di rispetto. Trova, quindi, un equilibrio tra le sue scelte, nel difficile rapporto tra la necessaria sopravvivenza dell'uomo e il pianeta di cui è figlio e ospite. Davanti a questa "paladina di Madre Natura", che durante i suoi deliri (dovuti al dolore per una ferita grave) accusa di omicidio i poveri trappers (figure tipicamente non ostili a Zagor) alla vista delle pelli che trasportano, vive in una capanna con due volpi giganti come animali domestici ed è convinta di essere una strega capace di comunicare con le divinità lunari, come reagirà il nostro protagonista? La figura Zagor ne uscirà come al solito immacolata, o, per contrasto, apparirà nettamente dalla parte della ragione o del torto? Nel suo comportamento apparirà un residuo di antropocentrismo ormai superato o riuscirà a capire la filosofia "naturalistica" della donna?
Non so di certo dove abbiano desiderato andare a parare gli autori (lo scopriremo solo tra un paio di mesi o meno), ma mi sono augurato che non vi sia il voler di svecchiare la figura dell'avventuriero facendolo apparire piuttosto tollerante dinanzi ad una mentalità che, sebbene sia attualmente ben accettata anche se non sempre compresa sino in fondo, è in pratica socialmente dannosa poiché basa il suo pensiero su fondamenti scientificamente smentiti e di conseguenza alimentano una discreta disinformazione popolare, di per se', molto poco auspicabile per fin troppi motivi. Mi rendo di poter apparire un poco oscuro e criptico e vengo subito in soccorso ai più disorientati specificando che la filosofia a cui mi riferisco, più quella ecologista è l'ambientalismo radicale unito al vegetarianesimo. So che molto appassionati del vendicatore di Darkwood potrebbero criticarmi affermando che la tolleranza alle più disparate culture è una caratteristica dominante, che mai viene meno, del personaggio di Zagor, ma è vero anche che non ha mai tollerato fili di pensiero che, per quanto diversi, infrangessero quei principi che oggi chiamiamo naturali, fondamentali ed universali dell'uomo.
Purtroppo, nel contesto zagoriano, è molto difficile che i vari personaggi possano realmente rendersi conto dei motivi per cui questi modi di pensare siano nocivi, al massimo appariranno come innocue stranezze. E questo accade perché oggi abbiamo mezzi per comprendere le debolezze e gli errori di atteggiamenti che in altre epoche non esistevano. Anzi, potremmo dire che un vegetariano al tempo fantastico di Zagor sia addirittura una cosa pregevole, un individuo sicuramente "avanti" rispetto ai suoi simili e, quindi, assai utile, almeno in un primo momento, per l'evoluzione culturale di un popolo. Il problema sta proprio qui. Se le avventure di Zagor fossero un reperto storico, benché inventato, sarebbero appunto contestualizzate in un momento in cui potremmo considerare tali pensieri in modo molto positivo rispetto al loro tempo, ma non essendo così, leggendo storie pensate e realizzate, più che oggi, per l'oggi, si può affermare che mostrare uno Zagor troppo docile nei confronti di un animalismo radicale possa far passare con troppa leggerezza il concetto che questo tipo di dottrine siano unicamente positive. Attualmente, niente di tutto questo ancora è accaduto, ma trovo che sia sempre un bene riflettere su qualsivoglia spunto che l'arte e la cultura, volontariamente o no ci offrono. Certo, bisogna evitare di scadere in inutili processi all'intenzione ed allarmismi vari, ma a casa mia si dice: "Meglio aver paura che buscarne".
So che molte persone non hanno ben chiaro perché definisca in modo così negativo l'essere vegetariano e varie culture della stessa matrice ambientalista, cercherò brevemente i spiegarmi in poche righe, tanto basta per non trasformare il tema di quest'articolo in tutt'altro.
In maniera molto diretta la scienza, cosa che si può verificare facilmente grazie ad una passeggiata in biblioteca, ci assicura che le cosiddette diete vegetariane non sono idonee per il nostro organismo, specie nei primi anni di vita, ma grossomodo per tutta la nostra esistenza, esattamente come una dieta eccessivamente piena di carne, essa non è la soluzione per il benessere umano. L'unica possibilità è seguire la nostra natura di onnivori ed avere il più possibile un equilibrio nel proprio nutrimento. Poi c'è sempre l'idea che le coltivazioni di verdure non danneggino l'ambiente come gli allevamenti intensivi di bestiame, idea completamente errata, in quanto il risultato delle immense piantagioni, intensive o meno, di vegetali sparse nel mondo hanno lo stesso effetto. In più l'essere vegetariano è una scelta  che ho sempre visto piuttosto comoda, una mania per chi si può permettere di scegliere cosa mangiare a differenza di chi non ha "uno per far due" e di scelte ne ha ben poche. Certi animalisti e vegetariani, poi, tendono ad additare con pesanti parole e con troppa facilità chi non abbraccia il loro pensiero e credo che questo sia forse l'elemento più negativo, ma che, a sua volta, è strettamente collegato con la reale debolezza della loro dottrina, che vuole la difesa estrema della vita animale e vegetale anche, se non in termini pratici, contro quella umana.
Molto spesso si sente parlare di quanto sia in pericolo l'ecosistema del nostro pianeta, ma non ci viene mai in mente di domandarci del perché sia così importante fare qualcosa al riguardo, perché bisogna salvarlo. In realtà non credo che per la vita della Terra l'uomo rappresenti un reale pericolo; essa è un corpo celeste da un'esistenza ultra millenaria e questa che stiamo vivendo è solo una delle sue tante stagioni di vita, ma sicuramente la progressiva distruzione dell'ambiente così come lo abbiamo sempre conosciuto avrà fortissime ripercussioni negative sulla specie umana, se non proprio condurla all'estinzione. Possiamo quindi dire che voler bene all'ambiente è innanzitutto una prova d'intelligenza, di saggezza e lungimiranza, un atto d'amore verso noi stessi. La Terra potrà sopravvivere anche senza di noi, ma noi non possiamo certamente sopravvivere senza la Terra. Perciò, personalmente, auspico sempre un equilibrio tra l'esigenze sempre più complesse dell'umanità e quelle del resto del creato e, percorrendo questa via di pensiero, ho la convinzione che la cultura scientifica possa sempre aiutarci, anche quando gli stessi problemi sono apparentemente originati da essa stessa. La scienza si esplicita con loo studio e la scoperta del mondo che ci circonda, attraverso quel pensiero che fa dei dubbi, delle domande e della mancanza di certezze la sua arma più potente. Per quanto un'idea possa essere affascinante dovrebbe sempre fare i conti con la pratica delle cose, sondare i propri limiti e verificare i proprio dogmi.
Certo che i miei lievi dubbi su un "errato svecchiamento" del nostro caro amico Zagor siano del tutto infondati, invito tutti a recuperare l'albo Zenith n°640 "Il signore dell'isola" e mi congedo con una delle più sintetiche citazioni da una dei peggiori film tratti da un fumetto di sempre.

https://www.youtube.com/watch?v=lf0vm9wBUf8




1 commento:

  1. La verità è che gli autori di Zagor (nonostante la collaborazione di Ferri che s'adatta contento) degli ultimi sette anni hanno complemante virato il personaggio e l'ambiente in un mondo senza bussola dove l'elemento western è diventato inutile quanto è inutile tutto il resto. In parole povere a me lo Zagor di questi tempi, che non piace a nessuno come testimonia il colossale calo di vendite che alla Sbe fanno tutti finta di ignorare tanto non ci sono più Sergio e Canzio a impedire i fallimenti delle serie e a regolare gli andazzi di autori (sceneggiatori e disegantori) che ormai non sanno più dove sono e vanno avanti verso l'abisso. Preciso che io sono lettore di Zagor dal 1961 e non ho perso un album, di qualsiasi tipo, da allora. Ma da sette anni, gradualmente, sono arrivato all'abbandono, compresa la serie a colori che, devo dirlo, mentre quella di Tex "illuminava" e rendeva aggiornate le avventure del ranger, qui l' "illuminazione" ha messo in luce svarioni, ingenuità e pochezze di una saga che tanto mi aveva appassionato. Ma almeno, nel passato, un minimo di coerenza sussisteva e faceva l'originalità delle storie e del personaggio. Oggi tutto questo non c'è più e, per non farmi venire la bile, come migliaia di altri lettori tradizionali, ho lasciato perdere. Qui però vorrei fare una precisazione che dovrebbe essere tenuta da conto : se con questo nuovo andazzo si sperava di catturrare il pubblico giovane si è commesso un errore gravissimo. I giovani non leggono i fumetti in bianco e nero o occasionalmente colorati. Zagor, come Tex, viveva su un pubblico composito ma con uno zoccolo duro di lettori che invecchiavano con loro. Il tentare di sottrarre lo Spirito con la scure al suo destino generazionale ha portato alla fine. Due albi distribuiti e invenduti nella mia edicola, nel centro di Milano, dove fino a dieci anni fa se ne vendevano trentacinque e, negli anni novanta, s'era arrivati quasi a cento. Ma, alla nuova Bonelli, la matematica è un'opinione di chi col fumetto italiano popolare non dovrebbe avere a che fare. Mi dispiace ma questa è la mia opinione.

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