lunedì 22 febbraio 2021

Eroi senza freni


Chi è l'eroe che va più veloce di una locomotiva? Superman, ovviamente, chi altri sennò? Domanda facile. Sin dal suo esordio l'Ercole americano è stato un concentrato di ogni potere umanamente immaginabile a memoria di ogni mito mai apparso sulla terra. Ogni supereroe venuto dopo di lui, a partire da Batman, non ha avuto vita facile nel trovarsi doti particolarmente originali, come se rappresentassero solamente varie sfaccettature del poderoso uomo d'acciaio. Piccole vite ottenute per scissione dalla cellula madre che è stato il personaggio contenitore tenuto a battesimo da Action Comics, cresciute e moltiplicatesi in universi narrativi sempre più vasti. Colui che non era né un uccello, né un aereo, ma si muoveva più veloce d'un proiettile, ben presto non fu più solo ed aveva perso pure tale primato: nella sua gara con treni e missili di grafite e china si vide improvvisamente raggiungere da un nuovo contendente, the fastest man alive. Arrivò così Jay Garrick, il primo Flash.

 Nel gennaio del 1940, sfogliando le pagine dell' antologico Flash Comics, si poteva assistere a come un giovane talento scientifico, durante uno studio sugli effetti dell'acqua pesante ne respirasse accidentalmente le esalazioni acquisendo, dopo svariati mesi di coma, capacità fuori dall'ordinario e si trasformasse nell'eroe dallo stesso nome della rivista.

Era nata una leggenda: Jay Garrick si muoveva a velocità inaudite per qualunque essere umano, circondato da un'aura per prevenire la frizione sul suo corpo e sui suoi vestiti lottava per il bene comune contro la criminalità nell'americanissima città di Keystone City!
L'idea, abbastanza originale per l'epoca, piacque subito ed ebbe subito vari imitatori come Whizzer, nato appena un anno dopo, da noi ribattezzato anche come Trottola.


Questo emule del velocista appariva in un costume molto più sgargiante, di giallo e blu vestito, un po' alla Superman con un vistoso mantello e rifinito da una bizzarra cresta sulla testa. Dopo un altro annetto il suo guardaroba cambiò in quello che sarebbe stata la divisa definitiva: un' aderente e moderna calzamaglia più canarina e meno celeste, similare alla futura tenuta di Barry Allen, il secondo e definitivo Flash, ma con dei chiari riferimenti al personaggio di Jay, come le classiche alette sulle tempie, ai lati della testa, che il velocista portava per richiamare il piè veloce della mitologia alla base di tutti i super, quella greca, Mercurio. 


Chiaro è come si volesse sfruttare il successo del primo corridore per aumentare le fila dei campioni di una casa editrice minore come la Timely, che ha dato i natali a personaggi ben più singolari come Capitan America e Namor e dalla cui ceneri è nata, letteralmente, l'odierna Marvel, l'unico vero editore supereroistico capace di rivaleggiare con Dc.

I poteri di Whizzer erano assai simili a quelli del Flash quanto diversa la sua origine.
Se Gardner Fox e Harry Lampert fecero riferimento al mondo scientifico in salsa fantasy per creare il loro Hermes vigilante, Whizzer affonda le radici in qualcosa di più elementale, magico e superstizioso. Al Avison e Al Gabriele in U.S.A. Comics numero uno raccontavano di come il buon Robert Frank, originario di Saint Louis nel Missouri, fu avvelenato dal morso di un cobra nel bel mezzo della madre Africa e di come suo padre, il Dott. Emil Frank lo salvò con una trasfusione di sangue di mangusta (?!) donandogli involontariamente la supervelocità. Curiosa differenza, in quanto, solitamente, è DC ad avere una spiccata propensione per personaggi più strettamente fantasy rispetto Marvel (non a caso questa origine ricorda molto quella del Beast-Boy degli anni '80).


I supereroi hanno sempre fatto dell'incrocio tra fantascienza e fantasy il loro marchio di fabbrica e sia Flash che Whizzer, seppur con sensibilità molto diverse, sono stati campioni in questo fortunato amalgama. Quando la atmosfere belliche e anti comuniste degli anni quaranta e cinquanta andarono scemando, una nuova era del fumetto americano si affacciava alle porte del mondo: quel che chiamarono Silver Age, dove si posero le basi per il supereroismo attuale e il rinnovamento dominava incontrastato. In questo clima, inaugurato da personaggi come Martian Manhunter e Fantastici Quattro, vecchi personaggi quali Lanterna Verde e Flash furono reinventati per il nuovo pubblico di quel decennio, i '60, per la prima volta in modo sistematico e ufficiale, offrendo ai lettori nuove e aggiornate versioni dei loro eroi. Oggi come oggi, questo, è un modus operandi (mai sentito parlare di reboot, com’è di moda chiamarli oggi?), anzi è una caratteristica basilare del genere, ma all'epoca era una novità assoluta che portò a grosse rivoluzioni. 

 
La nuova Lanterna Verde non era più l'ingegnere Alan Scott, ma il pilota collaudatore Hal Jordan e il nuovo Flash, Barry Allen, uno scienziato forense della polizia di Central City. Questo nuovo velocista non ha molto in comune con l'originale Jay, se non il talento scientifico e una sempre verde (anzi, rossa!) speranza, ma il suo fumetto presentò alcune caratteristiche veramente particolari. Barry acquisisce poteri molto simili a quelli del suo predecessore grazie ad un incidente con un fulmine (citazione/ispirazione al romanzo di Mary Shelley, Frankestein?) e vari prodotti chimici con cui stava diligentemente lavorando, al posto della vecchia "acqua pesante". 


Le basi della figura non vengono quindi tradite riproponendo un fantasy marchiato ancor più dalla scienza al fine di poter far accadere di tutto e continuare a meravigliare il lettore senza abbandonare quella patina di realismo tipica dei romanzi ispirati al mondo scientifico, essenziale per un eroe moderno. Non si fermano qui, però, le novità, tra le quali, la più importante è senza ombra di dubbio la meta narrazione. Se Barry viene presentato come un ragazzo brillante, speranzoso, incredibilmente onesto, ma anche calmo, metodico e perennemente in ritardo in un voluto contrasto con i suoi poteri di accelerazione, una delle prima cose che veniamo a sapere è che legge fumetti, proprio come i suoi lettori e proprio come loro è un fan sfegatato di Flash, ma ovviamente, non di sé stesso, ma del primo Flash: Jay Garrick! 


Il nuovo Flash, quindi, nella sua vita quotidiana, piena di piccoli e grandi problemi sentimentali, lavorativi e famigliari, precedendo nei contenuti e meno nella forma il celeberrimo Peter Parker, legge le avventure del Flash che nella nostra realtà lo ha preceduto, negli stessi albi a fumetti fino a quel momento veramente pubblicati dalla Dc e non solo: furono le stesse peripezie di Jay a spingerlo a lavorare in polizia per emulare il suo grande beniamino. Questo dettaglio, inizialmente solo un emerito omaggio al primo corridore, col tempo, si ampliò sempre più gettando le basi per le attuali dinamiche dell'universo Dc Comics, fin quando Barry riuscirà addirittura ad incontrare Jay e si arriverà ad affermare che gli scrittori in carne ed ossa prendano ispirazione per le avventure di questi eroi da reminiscenze di mondi paralleli!



Barry divenne ben presto il Flash definitivo, il perfetto rappresentante di una generazione di lettori che stavano assistendo al sorgere della rivoluzione Marvel varata da personaggi quali l'Uomo-Ragno, Hulk e Ant-Man o X-Men. Proprio nella grande famiglia allargata di quest'ultimi possiamo ritrovare un ennesimo figuro dotato di velocità super umane.
I padri fondatori dell'era Marvel, Stan Lee & Jack Kirby, nel 1964, dettero alle stampe una delle loro intuizioni più riuscite e destinate ad insperati fasti contemporanei: gli studenti mutanti X-Men!


Quell’incredibile squadra di nuovi e particolari eroi, apparve presto anche un' unione contrapposta, come da tradizione narrativa, ai "buoni" titolari della serie: la Confraternita dei Mutanti Malvagi!
Con un titolo così non poteva accadere nulla che non fosse almeno un po' marcio con loro nei paraggi, ma alcuni dei suoi membri erano molto più che cattivi d’occasione ed oggi sono tra i super-personaggi più popolari di sempre. A partire dal loro leader, Magneto, un terrorista bianco ispirato a Malcolm X e poi quelli che per molto tempo saranno considerati i suoi figli legittimi, i gemelli Maximoff: la strega Scarlet ed il velocista Quicksilver!




Quicksilver, all'anagrafe Pietro Maximoff, esordisce quindi come un super villain iper veloce, né più, né meno come Flash, ma nel tempo diverrà anch’esso parte degli eroi. Assieme alla sorella Wanda entrerà a far parte dei Vendicatori in una semplice metafora di un programma di reinserimento nella società di temuti criminali internazionali.


Col suo ruolo negli Avengers le similitudini con l'eroe DC, fondatore, seppur con identità diverse, sia della Società che della Lega della Giustizia d'America, gruppi corrispettivi dell'unione vendicativa Marvel in vari decenni DC, si fanno sempre più marcate.


A parte l'origine dei poteri, una genetica per Quicksilver che lo ha accompagnato per tutta la crescita ed un copione più tradizionale per i velocisti della Distinta Concorrenza, i due eroi appaiono l'uno il rovescio della medaglia dell'altro. I supereroi Marvel, si sa, sono quelli con i famosi superproblemi e Pietro, diversamente da Jay o Barry, (ma anche da altri "lampi" come Wally o Bart) è narrato come un personaggio irritabile, arrogante, testardo nonostante la nobiltà d'eroismo e il forte amore per la sorella. Alcuni potrebbero vedere un parallelismo tra questo legame e quelli che Pietro avrà lungo tutta la sua carriera con l'iconica relazione tra Barry Allen e la sua eterna fidanzata Iris West, definita, come lo saranno tutte le altre Flash-Women dopo di lei, una vera e propria bussola per il “fulmine umano”, ma anche qua, il rapido mutante si contraddistingue per un fato più drammatico, distruttivo e cupo. In un certo senso Quicksilver fu rimodellato casualmente in una versione dark di Flash come, sempre in modo semplicistico, potremmo definire Aquaman un’alternativa solare e nobile del più anziano Sub-Mariner Namor, anche lui della scuderia Marvel. 


Una curiosità inaspettata lega però in modo profondo il mondo del vendicatore argentato con quello del velocista scarlatto: Pietro Maximoff non è l’unico Quicksilver, né il primo! L'originale argento veloce non era né Marvel (o Timely/Atlas), né DC (o All-American Pubblications, primo editore di Flash di cui Dc in quegli anni era solo un distributore), ma un supereroe che poi divenne un comprimario fisso di quest'ultima proprio nelle storie di Flash sceneggiate da Mark Waid negli anni '90. Waid lo ribattezzò Max Mercury riferendosi chiaramente al dio Mercurio che ispirò il primo Flash e al nome originario dell’eroe che nell’insieme indica il liquido metallo dal nome del dio ellenico, per evitare, così, controversie con la Marvel Comics in un momento in cui il suo velocista mutante era decisamente più popolare del supereroe omonimo nato ben cinquant'anni prima, lasciando di fatto immutato il suo alias di battaglia. L'eroe dalla supervelocità era uno dei concorrenti più feroci del Flash/Jay Garrick: sotto il cappuccio dell' originale Quicksilver vi era solo un nome, Max, con passato da acrobata circense (un escamotage molto caro ai fumettisti americani del tempo) e amici come il cinese Hoo Mee ed il nativo americano Shoshone. 


Ammantato di bianco e blu con un dinamico colletto vampiresco, fece capolino solo qualche mese dopo Jay Garrick, nel Novembre dello stesso anno per la casa editrice Quality Comics su Quality's National Comics #5. 


Quality era uno degli editori di supereroi più importanti con character originali e sorprendenti quali Blackhawk, Doll Man, Bomba Umana, Invisible Hood, Kid Eternity, Phantom Lady, Il Raggio, Red Bee, Red Torpedo, Wildfire, Zio Sam ed il famosissimo Plastic Man, nonché per la sua collaborazione con Will Eisner l'inventore della graphic novel! 


Purtroppo il pantheon della casa editrice non è arrivato a noi così com'era, anzi, come la maggior parte degli editori di supereroi di allora, non è riuscita a sopravvivere ai cambiamenti economici e solo alcuni dei suoi character sono sopravvissuti in seno alla DC, la quale, con l'acquisizione di questi ed altre figure di molti editori super eroici divenne la casa del supereroe classico con un universo narrativo da potenzialità imbattibili se non dalla popolare Marvel, creatrice di una modernità nel racconto della nuova mitologia occidentale. 


Un'innovazione che, sotto lo stimolo di un classicismo collaudato, ha rinverdito un genere che ha continuato a far correre con la fantasia generazioni e generazioni di lettori verso la medesima utopia: un mondo più giusto e sempre più meraviglioso.