mercoledì 24 giugno 2015

La Terra del Domani

Avete trovato un oggetto sconosciuto tra la vostra biancheria? Una specie di bottone di cui non ricordavate l'esistenza è apparso sulla vostra scrivania? Un piccolo pezzo di metallo tra i vostri ultimi spiccioli? Un cerchietto rosso e blu dalla strana apparenza vintage? Vi siete ritrovati senza come né quando a roteare un mistero sottoforma di spilletta come un novello Due Facce?

Se non è successo niente di tutto questo smettete di leggere e catapultatevi subito a rovistare tra i vostri panni sporchi, potreste avere qualche sorpresa e non voglio esser certo io a rovinarvela.

Al contrario, starete già stringendo tra le mani una T bluastra e un po' rovinata e sporca senza esser per forza un aiutante adolescente di vistosi combattenti del crimine e comprenderete facilmente il mio pensiero.

Per anni ho cercato di dare una definizione a quel che pensavo potesse esser l'unica filosofia vincente, l'unica politica, scelta o rivoluzione possibile. Disgustato da molte cose, mi ero illuso di altrettante, non così diverse. Ho sprecato fin troppe energie a servizio di cause ingenuamente sopravvalutate, ma in cambio qualche piccola verità l'ho scovata. La fantasia e il sogno sono veramente qualcosa di speciale. Se credessi in un dio oserei dire che siano il lato divino dell'uomo, la prova che deriviamo da qualcosa di superiore.

Immaginate lo stupore, quindi, nel vedermi sparate in faccia tutte le risposte che abbia mai cercato compresse in una: l'imbarazzo per la mia stupidità fu imminente, mi ero perso in sofisticati labirinti quando era sempre stata là, a portata di mano, semplice e chiara davanti ai miei occhi. Non mi sarei mai aspettato d'incontrarla nel buio di una sala distrattamente sprofondato in una delle tante poltroncine anonime assegnate al mio fondo schiena.

Avrei dovuto saperlo, si trova ciò che si cerca non appena si abbandona ogni speranza.

-"Tutto è possibile. Se camminassi e vedessi un ragazzo con un jetpack volare sopra di me penserei che tutto è possibile, ne sarei ispirato. Questo non renderebbe il mondo migliore?-"

Eccola qui la morale delle morali, l'idea unica dietro ad ogni storia, la lezione definitiva di Disney, ma non solo, di Apuleio, di Dante, di Orwell, di Omero, di Virgilio, di Collodi e chi più ne ha più ne metta. Il messaggio primario di chiunque si sia mai accinto a raccontare o anche solo comunicare azioni, eventi, concetti e sensazioni. L'eredità ultima del padre di Topolino, nonché lo slogan subliminale insito in ogni creazione del suo impero:

“Quel che ispira, meraviglia fa sognare, induce curiosità e voglia di conoscenza migliora noi e tutto quel che abbiamo intorno. Più di un mantra, un comandamento o una fede, un attento dato scientifico.”

Una verità che, nel mondo di oggi, potrebbe apparire alquanto scomoda. In una società ormai disincantata da eroi decostruiti, cinica come i suoi personaggi di successo e fin troppo accomodata da una tecnologia invadente, questo pensiero potrebbe non diventare molto popolare. Eppure le persone dimostrano di voler fantasticare continuamente investendo molti dei loro risparmi in fumetti, film e videogiochi; ma se oggi certe  sfumature, oscure, vendono più di altre è proprio per questa volontà di un pubblico nello sfruttare la fantasia per fuggire dalla propria prigione di problemi quotidiani e non di usarla per affrontarli con risoluzione.
Ecco perché durante la mia visita alla Terra del Domani del sindaco Bird ho sentito questa immensa città come un qualcosa di estremamente coraggioso.

Un’ enorme equazione vivente a cui si arriva mano nella mano con la sua ambasciatrice bambina, Athena, incaricata di scortarci in questo prezioso tour turistico. E non potrebbe essere diversamente. Il nome non è scelto a caso: Athena, come la dea greca delle sapienza e dell'astuzia (tra le altre cose), spesso accorsa in aiuto ai giovani eroi della mitologia ellenica. Il domani è il futuro, il futuro sono le idee di oggi e queste cosa sono se non speranze? Speranze per un domani migliore e il nostro domani non sono, da sempre, i bambini, i giovani? Quelle creature dall'innato portamento a sperare unito ad una spaventosa razionalità, paradossi senzienti, che necessitano imprescindibilmente dell'educazione dell'adulto per far fruttare il loro ottimo fiuto. La prima legge che ho conosciuto in questa società si fonda sul binomio indissolubile tra due delle età dell'uomo : ogni cittadino bambino è tenuto ad esser il simbionte di un cittadino adulto, nutrito ed allevato nei migliore dei modi e l'uno non si può separare mai dall'altro.

Al contrario, non si potrà costruire nessuna Tomorrowland, nessun domani.



Tra i principi costituenti, poi, non si lascia spazio a nessun tipo di fanatismo. Nerd incontrollabili, fan sfegatati, patiti fondamentalisti di ogni fenomeno di costume mai esistito non sono certo ben voluti.
Inaccettabili agenti segreti del cinismo che mascherano con una sedicente competenza di critica, bramando solo il potere dei loro eroi e non il loro esempio. Avidi Paperon de’ Paperoni che accatastano idoli ed amuleti fuori moda nella vana speranza di ottenere ciò che non potranno mai avere, attraverso feticci e logiche primitive. Infanti troppo cresciuti che ostentano in ogni occasione la loro cieca fedeltà alla causa, illusi che questo li identifichi come i soli custodi di una risorsa comune, novelli sacerdoti di una religione da un paradiso mai promesso a cui tentano di avvicinarsi comprandolo, gadget dopo gadget. Sono considerati tra i nemici più pericolosi della città-stato, perché subdoli ed ingannatori, apparentemente innocui nelle loro vesti di entusiasti sostenitori di un sogno o d'un altro, ma sono poi i virus che lo abbattono.

Lupi inconsapevoli travestiti da ottenebrati agnelli, portatori sani di una pandemia per cui non v'è cura, untori incoscienti di una peste culturale.

Quando il giovane e l'infante si perdono nell'uomo e nella donna che saranno lungo la strada verso Tomorrowland, per la crescita verso una vera maturazione non solo fisica, ecco cosa rimane: stalker, padroni e violenti compagni di un amante che rivestono continuamente di lividi e cicatrici in nome di un amore tale solo di nome.

Athena, accompagnandomi per i grandi viali del futuro me lo ha spiegato bene.
Il vero atto di sognare non sta nella sola immaginazione, ma nella volontà perpetua di realizzarla.
La volontà, che piaccia o meno, si può nutrire soltanto con spinte propositive, di speranza, positività e determinazione. Potrà apparire poco realistico o inattuale a degli ordinari terrestri come noi, ma tutto quel che è figlio del pessimismo non porta che a un binario morto. Per i geniali cittadini di questa metropoli non c'è differenza tra uno scienziato o un artista, tra chi ha più o meno melanina, tra cristiani o musulmani, ma esiste un unico comune denominatore: la ricerca.

Non ci si può arrendere, smettere di cercare, nonostante (o soprattutto) si sia gli unici a farlo, o per quanto la situazione appaia irreparabile. L'atto stessa della ricerca ci farà crescere, maturare e trovare un tesoro, forse non il nostro tesoro, ma sicuramente un discreto patrimonio. Abbandonando ogni ottimismo si rischia inevitabilmente di precluderci a nuove e possibili idee, di contribuire al contagio del fanatismo e a condannare all'oblio, senza ombra di dubbio, intere culture.



Per questo arrendersi è severamente punito dalle loro leggi, è forse il crimine più grave.

Alla fondazione di questa Roma del sapere c’è stato un chiaro intento di allontanarsi dalle molte restrizioni, nonché distrazioni che la nostra società, con politiche corrotte e umanamente imperfette, pone al massimo sviluppo delle arti e delle scienze. Oggi, chi migra qua è spinto soprattutto dal volersi lasciare alla spalle l'indifferenza e il vuoto di molti individui dei nostri tempi, che sempre più somigliano agli zombi dei film horror. Lanterne Grigie, più che nere, il cui contributo al futuro del pianeta è prossimo allo zero e la cui sola esistenza può provocare rabbia e disgusto tra i cittadini del domani, riuscendo a distruggere, a distanza di intere dimensioni, anche un’ utopia ben congegnata come questa.

Ora molte cose sono cambiate e tutto non potrebbe andar meglio, ma questa landa porta ancora addosso i segni di ciò che molte storie ci insegnano: le insidie maggiori si annidano proprio nel cuore del paradiso. Ancora una volta Athena mi ha mostrato quanto gli sia costato dare ascolto a chi si affidava fin troppo ciecamente al futuro, o meglio, ad un futuro, senza un minimo accenno di speranza. A chi cioè ascoltava solo la logica ed aveva perso la capacità di sognare. A chi beneficiando dei frutti delle idee altrui aveva abbandonato ogni volontà. A chi, sdegnato dal mondo circostante aveva esaltato il difetto più grande di quest’utopia: l'isolamento dalla società. Probabilmente il loro errore più grave, quello della superbia e dell'arroganza, li ha spinti in un’ autarchia rovinosa salvandoli tanto dai crack finanziari mondiali, quanto dal rinnovamento di quelle risorse fondamentali a qualunque paese per evolvere, prosperare. Lontano dai difetti quanto dai pregi e perdendo di vista l'equilibrio delle cose. Preoccupandosi solo del loro nuovo mondo artificiale senza affrontare la realtà quotidiana dei comuni terrestri fatta di politica, guerre, crisi.

Chiudersi in un élite esclusiva convinta di una propria superiorità sulla base di parametri auto definiti ha trasformato il futuro in un fossile presente. Il domani non è mai arrivato sulla terra perché non è mai stato condiviso, ma nascosto, celato per il solo timore egoistico che fosse rovinato dall'accidia della condizione umana.



Le idee e i sogni devono esser condivisi, mostrati alla società per comporre il futuro pezzo, dopo pezzo come un gigantesco mosaico di cui potremo godere solo una volta completato. Ogni frammento posto sulla calce darà l'ispirazione necessaria per porne un altro e quale saranno le forme e i colori di questo murale sarà solo una nostra decisione. Una nostra volontà. Apritevi e aprirete le porte del domani, schiudetevi e sboccerà il futuro.

Esternare per combattere l'epidemia dell'ignoranza, della pigrizia e dell’ individualismo infettando con il sapere, la conoscenza e l'altruismo.

Certo, per un contagio così capillare ci vuole costanza e non pigrizia, sacrificio e non comodità, fiducia e non vittimismo, ma se, recati in visita in questo piccolo e stupefacente staterello statunitense, resterete di stucco davanti alle sue meraviglie e vi domanderete come possiamo replicare e migliorare tale fantasia, sappiate che la risposta risiede in tutto quel che vi hanno insegnato a tacciare per buonismo facendovi dimenticare le coordinate della reale evoluzione dell'uomo, ormai bloccata al glorioso Impero Romano.

Non abbiate vergogna a sperare, a sognare, a conoscere,a costruire i vostri desideri, nonostante le mode, le sconfitte e le difficoltà e in un batter d'occhio staremo ad ammirare i bastioni di Orione sotto le scintillanti guglie di una torre d'avorio.



sabato 13 giugno 2015

Stanco

Sono stanco.

Stanco di forum, youtubers, web comic e tutte le miriadi fan page che affollano Facebook.

Stanco dei social network, dei siti e dei fotografi improvvisati che improvvisamente si accorgono di tutti gli usi errati di obbiettivi e grandangoli in ogni dove, anche nella pellicola più idiota.

Stanco d'individui che ricercano disperatamente fama e gloria senza il minimo sacrificio, ispirati da sol fatto di possedere una webcam ed un allaccio ad Internet.

Stanco di questi appassionati di ogni cosa, persino dell' "arte di cambiar le ruote in autostrada" (che non va sottovalutata), che si sentono in dovere di farci sapere per forza i loro pensieri, per forza su ogni benedetta notizia del loro piccolo mondo esclusivo finendo tristemente per esser l'uno la fotocopia dell'altro.

Stanco di chi pensa di piazzarsi davanti ad una telecamera per poter far un video dedicato a qualche supereroe in circolazione.

Stanco delle orribili voci cacofoniche che, inevitabilmente, escono da questi video! Voci con una dizione imbarazzante, dagli accenti sballati e dall'esposizione di testi e discorsi pari a quella di un bimbo delle elementari.

Senza offesa per chi frequenta le scuole elementari, eh!

Stanco, stanchissimo di questi canali video che si fagocitano e prosperano vicendevolmente: un cerchio vitale chiuso e continuo dove ci si entusiasma (o ci si scanna) per una scala di valori distorta in cui ciò che sarebbe importante è effimero e l'effimero è l'unico dio che conta.

Stanco di ogni accidente di fan che vuole farci conoscere ogni cavolo di personaggio con maschera e mantello come se fosse l'unico in circolazione a parlarne! Come se nessun altro l'avesse fatto prima! E come se lo facesse con un minimo di personalità!

Stanco di vedere, sentire e leggere recensioni di fumetti dal sedicente Punitore di turno, pronto esecutore d'autori, senza la più piccola briciola d'obbiettività.

Stanco di osservare quanto si pensi che basti aver una testiera per poter scrivere, aprire un blog, esser romanzieri, ma soprattutto giornalisti! Stanco di tutti questi siti che si occupano di fumetti, libri, film e altro, talmente amatoriali da sembrare una barzelletta. Qualcuno non ha ancora capito, ad esempio, che per scrivere articoli di supereroi non basta esser appassionati di supereroi. Qualcuno di voi si farebbe operare di tumore al rene da un meccanico? Non credo. Eppure questi ambiziosi spazi di ritrovo per appassionati in rete continuano semplicemente ad annoverare nelle loro file fanatici che hanno tutto, fuorché il minimo senso della lingua italiana. E questo tanto per elencare la cosa meno grave.

Stanco, stanchissimo, quindi, di tutti quelli che le seguono senza la minima critica e depresso nel constatare quanta ignoranza ci sai dietro di loro.

Stanco degli infinitesimali fumetti gratuiti sul web e stanco di scoprire ogni volta quanto la qualità di questi prodotti sia inversamente proporzionale al prezzo che pago per leggerli.

Stanco, non perché qualche dilettante non possa fare un fumetto e metterlo in piazza con la speranza di poter trovare un editore, ma per la totale assenza di talento che si cela dietro a questo. Il talento, poi, non è affatto l'unico neo, a giudicare dai siti affollati da lavori così mediocri, il cui unico denominatore comune sembra quello di copiare idee già funzionanti e ormai vecchie. C'è da domandarsi perché gli addetti ai lavori non abbiano il coraggio di pronunciarsi incisivamente, anzi quasi incoraggiano questi prodotti piuttosto scadenti.

Nessuno nasce e vola, ma non per questo dobbiamo lasciar a piede libero nuove leve che fan dell'uso improprio di matite e pennelli un vanto generazionale. Possibile che sia l'unico a rendersene conto? Dimenticavo, ahimé, che nessun pescivendolo tirerebbe dietro pesci ai suoi clienti solo perché non hanno idea su come cucinarli. Lo capisco, fin troppo bene, ma non c'è un modo di trovar un compromesso? Dobbiamo sopportare per molto cose come strisce porno maschiliste di frustrati convinti di esser i nuovi Manara? Dimenticavo, sono solo io che sopporto, per gli altri è tutto molto normale. Posso farmene una ragione, ma, effettivamente mi sento stanco.

Stanco dei tanti e bravissimi, invece, illustratori che però non sono diversi da un programma Mediaset di seconda serata. Disegnatori impeccabili che insistono a farsi strada con la comodo scappatoia di un erotico che non sfigurerebbe su Striscia la Notizia, Il grande fratello o nelle pubblicità dei numeri hot per uomini soli. Maestri del segno che sprecano la loro arte per simulacri degni delle peggiori produzioni pornografiche, senza se e senza ma. Stanco e triste, a pensar a questo, pensar che non sempre certe capacità siano sinonimo d'intelligenza e purtroppo, ultimamente, sto verificando, sempre più, il contrario.

Stanco, stanchissimo, praticamente moribondo delle mille sentenze senza alcuna base scientifica e conoscitiva che appestano l'intero globo virtuale. Stanco di chi parla solo per sfogarsi, di chi giudica senza sapere, ma sopra ogni cosa di chi non è capace di argomentare le sue idee, di sostenere una conversazione, finendo squallidamente per offendere nei modi più beceri.

Stanco sì, ma non ancora stanco di dir la mia.

Stanco, ma non abbastanza da non poter criticare. E che importanza ha se qualche nerd sfigato vuole fare un video e rendersi ridicolo in qualche modo? Posso sempre lasciarlo cuocere, a fuoco lento, nel suo insipido brodo.

Stanco, non del tutto però, non per tentar di far capire lo sbaglio di chi sbaglia, l'importanza di una discussione civile esente da ogni forma di violenza verbale.

Stanco forse, ma non di godermi la vita ed, in nome di questo, ancora fermo nell'ammettere la mia superbia, in quanto non mi dispiacerebbe trovarmi davanti a persone preparate nel far lo stesso.


Quel che mi stanca veramente è quel che è inammissibile: la volgarità delle parole, dei termini e la mancanza di maturità, che trovo continuamente sulla mia strada. Per questo, però, so bene che non troverò una cura, ma almeno lasciatemi il diritto di punzecchiare, di deridere se necessario, infastidire, per quanto non sia bello, l'ignoranza e la disonestà che ammorbano ad ogni alba ogni mia speranza.