sabato 13 giugno 2015

Stanco

Sono stanco.

Stanco di forum, youtubers, web comic e tutte le miriadi fan page che affollano Facebook.

Stanco dei social network, dei siti e dei fotografi improvvisati che improvvisamente si accorgono di tutti gli usi errati di obbiettivi e grandangoli in ogni dove, anche nella pellicola più idiota.

Stanco d'individui che ricercano disperatamente fama e gloria senza il minimo sacrificio, ispirati da sol fatto di possedere una webcam ed un allaccio ad Internet.

Stanco di questi appassionati di ogni cosa, persino dell' "arte di cambiar le ruote in autostrada" (che non va sottovalutata), che si sentono in dovere di farci sapere per forza i loro pensieri, per forza su ogni benedetta notizia del loro piccolo mondo esclusivo finendo tristemente per esser l'uno la fotocopia dell'altro.

Stanco di chi pensa di piazzarsi davanti ad una telecamera per poter far un video dedicato a qualche supereroe in circolazione.

Stanco delle orribili voci cacofoniche che, inevitabilmente, escono da questi video! Voci con una dizione imbarazzante, dagli accenti sballati e dall'esposizione di testi e discorsi pari a quella di un bimbo delle elementari.

Senza offesa per chi frequenta le scuole elementari, eh!

Stanco, stanchissimo di questi canali video che si fagocitano e prosperano vicendevolmente: un cerchio vitale chiuso e continuo dove ci si entusiasma (o ci si scanna) per una scala di valori distorta in cui ciò che sarebbe importante è effimero e l'effimero è l'unico dio che conta.

Stanco di ogni accidente di fan che vuole farci conoscere ogni cavolo di personaggio con maschera e mantello come se fosse l'unico in circolazione a parlarne! Come se nessun altro l'avesse fatto prima! E come se lo facesse con un minimo di personalità!

Stanco di vedere, sentire e leggere recensioni di fumetti dal sedicente Punitore di turno, pronto esecutore d'autori, senza la più piccola briciola d'obbiettività.

Stanco di osservare quanto si pensi che basti aver una testiera per poter scrivere, aprire un blog, esser romanzieri, ma soprattutto giornalisti! Stanco di tutti questi siti che si occupano di fumetti, libri, film e altro, talmente amatoriali da sembrare una barzelletta. Qualcuno non ha ancora capito, ad esempio, che per scrivere articoli di supereroi non basta esser appassionati di supereroi. Qualcuno di voi si farebbe operare di tumore al rene da un meccanico? Non credo. Eppure questi ambiziosi spazi di ritrovo per appassionati in rete continuano semplicemente ad annoverare nelle loro file fanatici che hanno tutto, fuorché il minimo senso della lingua italiana. E questo tanto per elencare la cosa meno grave.

Stanco, stanchissimo, quindi, di tutti quelli che le seguono senza la minima critica e depresso nel constatare quanta ignoranza ci sai dietro di loro.

Stanco degli infinitesimali fumetti gratuiti sul web e stanco di scoprire ogni volta quanto la qualità di questi prodotti sia inversamente proporzionale al prezzo che pago per leggerli.

Stanco, non perché qualche dilettante non possa fare un fumetto e metterlo in piazza con la speranza di poter trovare un editore, ma per la totale assenza di talento che si cela dietro a questo. Il talento, poi, non è affatto l'unico neo, a giudicare dai siti affollati da lavori così mediocri, il cui unico denominatore comune sembra quello di copiare idee già funzionanti e ormai vecchie. C'è da domandarsi perché gli addetti ai lavori non abbiano il coraggio di pronunciarsi incisivamente, anzi quasi incoraggiano questi prodotti piuttosto scadenti.

Nessuno nasce e vola, ma non per questo dobbiamo lasciar a piede libero nuove leve che fan dell'uso improprio di matite e pennelli un vanto generazionale. Possibile che sia l'unico a rendersene conto? Dimenticavo, ahimé, che nessun pescivendolo tirerebbe dietro pesci ai suoi clienti solo perché non hanno idea su come cucinarli. Lo capisco, fin troppo bene, ma non c'è un modo di trovar un compromesso? Dobbiamo sopportare per molto cose come strisce porno maschiliste di frustrati convinti di esser i nuovi Manara? Dimenticavo, sono solo io che sopporto, per gli altri è tutto molto normale. Posso farmene una ragione, ma, effettivamente mi sento stanco.

Stanco dei tanti e bravissimi, invece, illustratori che però non sono diversi da un programma Mediaset di seconda serata. Disegnatori impeccabili che insistono a farsi strada con la comodo scappatoia di un erotico che non sfigurerebbe su Striscia la Notizia, Il grande fratello o nelle pubblicità dei numeri hot per uomini soli. Maestri del segno che sprecano la loro arte per simulacri degni delle peggiori produzioni pornografiche, senza se e senza ma. Stanco e triste, a pensar a questo, pensar che non sempre certe capacità siano sinonimo d'intelligenza e purtroppo, ultimamente, sto verificando, sempre più, il contrario.

Stanco, stanchissimo, praticamente moribondo delle mille sentenze senza alcuna base scientifica e conoscitiva che appestano l'intero globo virtuale. Stanco di chi parla solo per sfogarsi, di chi giudica senza sapere, ma sopra ogni cosa di chi non è capace di argomentare le sue idee, di sostenere una conversazione, finendo squallidamente per offendere nei modi più beceri.

Stanco sì, ma non ancora stanco di dir la mia.

Stanco, ma non abbastanza da non poter criticare. E che importanza ha se qualche nerd sfigato vuole fare un video e rendersi ridicolo in qualche modo? Posso sempre lasciarlo cuocere, a fuoco lento, nel suo insipido brodo.

Stanco, non del tutto però, non per tentar di far capire lo sbaglio di chi sbaglia, l'importanza di una discussione civile esente da ogni forma di violenza verbale.

Stanco forse, ma non di godermi la vita ed, in nome di questo, ancora fermo nell'ammettere la mia superbia, in quanto non mi dispiacerebbe trovarmi davanti a persone preparate nel far lo stesso.


Quel che mi stanca veramente è quel che è inammissibile: la volgarità delle parole, dei termini e la mancanza di maturità, che trovo continuamente sulla mia strada. Per questo, però, so bene che non troverò una cura, ma almeno lasciatemi il diritto di punzecchiare, di deridere se necessario, infastidire, per quanto non sia bello, l'ignoranza e la disonestà che ammorbano ad ogni alba ogni mia speranza.

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