lunedì 30 marzo 2015

Collezione primavera-estate 2015

Sentite queste vibrazioni? La terra tremare, scandita da intervalli di fragoroso silenzio, puntuale e preciso come il migliore tra gli orologi? Vedete le pareti, i tavoli ed ogni mobile in sala vibrare ed oscillare?
Udite questo rumore, ad ogni secondo sempre più vicino?
Ma cosa fate? No! Non accalcatevi alla porta! Lasciate andare il buffet! Non è il momento di farsi prendere dal panico! Ecco che l'enorme suono si riesce un poco a distinguere. Osservate bene, è quasi come un gigante dai grandi passi. E finitela! Smettetela di muovervi come tante pecore impazzite. Il salone è già stato sigillato. Ci aspettavamo la vostra sciocca reazione di massa. Ogni sforzo è inutile. Lui è qui e non potrete far niente per fermarlo!
Ammirate invece lo splendido luccichio del mecha nipponico ceruleo della nostra nuova collezione. È il nuovo guardiano della seconda città più corrotta d'America e lo ammettiamo solo per evitare noie dal vecchio signor Miller. Alto "due mele kryptoniane o poco più", questo gigante di ferro non avrà problemi con improvvisati terroristi metropolitani, né con pazzoidi pagliacci assassini distintisi per il loro cattivo gusto. Per entrambi basterà la sua ferrea presa d'acciaio ed ogni problema verrà risolto nel tempo d'uno schiocco di dita, letteralmente. Certo, potrebbe aver un tantinello di difficoltà a saltare da un palazzo all'altro con il batarang, ma comunque vola; non riuscirà a nascondersi debitamente tra le ombre, ha una forma piuttosto ingombrante, è vero; o muoversi tra un vicolo e l'altro senza deflagrare muri e far crollare palazzi. Potrebbe capitare che, mentre cerca di fermare un paio di stupratori seriali butti giù una parete portante o due, rivelando un qualsivoglia cittadino alle prese coi suoi quotidiani atti di purificazione corporale, ma cosa ci possiamo fare? Non si può avere tutto dalla vita,no? Ed ogni cosa ha il suo prezzo e per aver un angelo vendicatore di questa portata, con tanto di pistola fumante. Non siete disposti a pagare questo ed altro? Lo dico proprio per voi, laggiù in fondo, amanti dei vari Stallone, Rambo, Rocky e Transformers quanto i tamarri di periferia che fanno gare col Garelli e dei loro padri che dilapidano puntualmente lo stipendio nei videopoker, solo per poi inveire contro le "cattivissime" tasse dello stato. Benché cercate di nascondervi dietro una patina pseudo culturale grazie a social network e fumetti, non siete affatto diversi. Su, in fondo non siete meno maschilisti di loro, sennò non sareste qui con noi da ben settantacinque anni! E come non amare questo fenomeno di design ed ingegneria che fonde Autobot e Mercenari come nulla fosse? Volete sapere qualcosa su di lui?




Ama definirsi il Batman Tutto Nuovo e come dargli torto! È così nuovo che non scoviamo alcuna traccia neppur vaga d'un pipistrello, a parte il simbolo sul petto, ovvio (quello non potevamo toglierlo, rischiavamo di confondervi troppo, sappiamo quanto le vostre menti siano deboli). Anzi è molto meglio. Una dose omicida di Iron Man, mescolata ad un pasticcio d'annata di sci-fi orientale, il tutto tenuto insieme da un gusto alieno tipicamente insettoide alla Ant Man, che non guasta mai e tiene sempre vicini i nerd più ingrifati (sapete quelli che sognano calde notti su venere con extraterrestri disinibite e multi-tette?). Al suo cospetto Gundam è una barzelletta, War machine un operatore di pace e Terminator una tenera crocerossina. Se qualcuno avesse dei dubbi sul primo pezzo di questa primavere-estate 2015, osservate come la luce ama riflettersi su suoi avambracci cromati, come il vedo non vedo della visiera si sposi perfettamente con la fantasie più acute delle signore in sala su chi comandi realmente questo corpo. E via col nero, che è talmente di moda da esser inflazionato. Basta con atteggiamenti masochisti e vittimisti di auto commiserazione, guardate come scintilla questo azzurro sotto i riflettori, da far invidia ad ogni merluzzo di zona! Dite, maschietti, non vorreste esserci voi alla guida? E voi bambini, non vi sentite più protetti da questa colossale "formica atomica" celeste dalle bianche bande? Non a caso i colori sono studiati per questo! Un facile rimando al corpo di polizia del nostro amato paese, del quale questo mostro tecnologico, vuol essere un valido aiuto, un novello Robocop che agirà indisturbato fra le strade di Gotham! La nuova Gotham, che in men che non si dica sarà mondata da ogni peccato a suon di pallettoni e che importa se con loro verrà lavata anche la sua indubbia ed inimitabile atmosfera! Tutto sommato non siete apparsi mai troppo preoccupati a prendervene cura!



Ora ditemi se non siamo riusciti a centrare i vostri gusti. Non ditemi di no, sono così evidenti. Non siete voi che avete affollato per anni le sale di tutto il mondo per vedere un egocentrico, fazioso miliardario dentro un busto di latta prendere a calci nel deretano terroristi dalla di lui ignoranza stessa finanziati e da vecchie glorie di quel nemico sovietico, così considerato, per una mentalità fin troppo di parte e vetusta? Non siete voi che avete osannato un patchwork di scene borchiate con battute puerili, costumi plasticosi e fumettoidi degni del peggior Batman & Robin ed incollate da una trama da cartone anni '40, che risponde al titolo di Avengers?
E sempre voi non avete condannato a priori pellicole molto più innocue, ma cucite con più classe come Green Lantern o con maggior sforzo di ricerca psicologica dei suoi personaggi come Man Of Steel, a causa degli stessi difetti di montaggio e semplificazione o per meri dettagli quali l'uso errato di un' inutile macchina fotografica? Per non parlare delle continue lamentele sulla mancanza d'azione in un film in cui Superman ripara ad un disastro aereo, per poi lamentarsi del contrario nel film successivo?
Quindi ecco quello che abbiamo pensato per voi. Ecco il nuovo Batman. Il nuovo Cavaliere Oscuro, anche se poi, di scuro, ha ben poco, ma in fondo non è la prima volta e voi lo sapete bene. O almeno dovreste, visto quanto vi piace sfoggiare la vostra sedicente culturale fumettistica.

Oggi, però, alla sfilata della nuovissima DC Comics , non sarà solo l'alias di Bruce Wayne a farla da padrone. Aprite i portoni, deve entrare il nostro primo e più glorioso figlio: Superman.



Come dite? Non vedete dove sia? Siete ciechi o cosa? Ah, ma certo, che sbadato , mi sono dimenticato di farvi presente due o tre dettagli. Inutile che stiate con la testa alzata al cielo come tanti fessi, al massimo scorgerete il dio norreno della concorrenza. Girate le spalle, guardate da dove sta entrando.
L'ultimo Kryptoniano sfila tra di voi, come un uomo qualunque, come l'uomo che è: un uomo del popolo!
Ed ora, attenti , sta salendo sul palco scalandolo come un vero bruto di montagna. Ah, sento mormorare.
C'è chi si sta lamentando che gli abbia sporcato i vestiti di sangue, mentre scorreva tra la folla. Mi dispiace, signori e signori, prometto che questo sconveniente incidente non ricapiterà più, ma dovete capirlo, questo nuovo uomo d'acciaio non perde tempo e non riposa mai. Appena prima di questa manifestazione avrà certamente punito qualche sporco trafficante di droga, che sicuramente, se lo meritava. Come potevano i suoi pugni esser troppo immacolati? Sì, è vero, un essere con i suoi poteri avrebbe potuto trovare una soluzione rapida per presentarsi in un modo più consono alla situazione. Comprendete però, che così, potrà intimidire facilmente chiunque altro abbia in mente di cadere in tentazioni simili, a patto che non vogliano ricoprire le sue nocche con il proprio plasma.
Ogni dettaglio del nuovo look è sinonimo di praticità. Veste con pantaloni e scarponcini da operaio. Ricordate? Lui è alieno. Non sente freddo, o caldo, non come noi. Allora lo abbia liberato da scomode tutine soffocanti e allontanato da mantelle e mantellini, ingombranti in un reali dinamiche di volo.
Con una semplice ed efficace maglietta i suoi muscoli avranno il massimo spazio d'azione, la sua figura si rivelerà ancora imponente, ma ridimensionata nel taglio, apparirà veramente come un uomo, super. Non per superficialità, data da strane e simboliche investiture di attillati costumi al pari delle corone dei re, ma per i soli atti. La nuova non divisa non distrarrà minimante dal suo operato, mettendo in luce al massimo il concetto di uomo, appunto, super e come potrebbe qualcosa che non attira minimamente l'attenzione? Chissà, forse così potrà strisciar meglio nel buio per congegnare meravigliosi agguati ai suoi avversari più letali. Colpire alla spalle mischiandosi tra la folla e rappresentare costantemente la rabbia e la giustizia del popolino. Notate come anche la nuova acconciatura mostri praticità e modernità. E se non se l'è rasata a zero, la testa, è solo per non farsi accumunare troppo con l'odiato nemico Lex. Forse, però ,non gli dispiace ricordare il buon Conner Kent il secondo Superboy a cui ha insegnato tanto e avvicinarsi ai giovani cittadini americani, che spesso escono di casa con una semplice t-shirt e via, per le strade della city con il buon skateboard sotto i piedi e le cuffie nelle orecchie. Un giovane e fisico Superman, con un nuovo vecchio simbolo sul petto, un po' vintage, ma decisamente azzeccato per l'ultimo figlio di Krypton, più letale e pericoloso che ci sia. Tremate criminali, speculatori, potenti che ve la ridete alle spalle della povera gente, ora c'è lui a vendicare i cittadini d'America e non potrete più nascondere i vostri sporchi complotti, che siate il più piccolo rapinatore sulle costa est o il presidente del paese, la esse rosso sangue che nasce dal nero pece del suo petto non vi perdonerà e vi troverà, dovunque vi nascondiate, alla faccia di Liam Neeson! E d'ora in avanti non potrete più dire che il Punitore è più terrificante e figo di questa nuova grande esse, vi vorrei veder di fronte ad un vero super punitore americano!




Cos'è questo grido gente? Fate largo alla nostra principessa guerriera, la prima , l'unica, inimitabile Wonder Woman. Ve lo dico subito, a voi gentlemen in sala, se pensate di lustrarvi un po' gli occhi con le grazie delle prodigiosa amazzone, vi conviene non farci troppo la bocca e prepararvi ad assaggiare la spada di Diana di Themyscira. Direttamente dall'Isola Paradiso, la sempre bellissima Diana, non darà più alcun pretesto a nessun uomo per bizzarre fantasie sessuali, la sua nuovissima armatura, totalmente coprente, impedirà la volgare mostra delle sue forme, nel nome del rispetto e della considerazione della donna non solo per il suo aspetto fisico.



La donna che rappresenta non è un oggetto, non è un sogno erotico e quindi ecco tra noi una guerriera, ben coperta per agevolarsi e proteggersi nell'impeto della battaglia, da una una calzamaglia da far invidia a Diabolik; bracciali anti-proiettili con wolveriniche spade retrattili, l'ennesimo colpo vincente del nostra divisione marketing, assieme alla cromatura rosso-oro, marchio di fabbrica per gli eroi cool e badass.
Finalmente una donna che lotta e sgomita per il suo ruolo nella società, con i denti e con le unghie, con solo il suo intelletto e la sua forza, che ha il coraggio di velare le sue vergognose nudità mentre la spunta contro ogni uomo al loro stesso gioco, non più una sgambettante super velina che approfitta del suo corpo per farsi accettare in una società iper maschilista, ma una fiera rappresentante di tutto lo spirito americano e per cui non può non incarnare il nostro tipico e sano bigottismo. Applaudite alla nuova donna soldato, che, dismessi i panni di una vergognosa super prostituta, per amor di patria, non ha rinunciato, per nostra fortuna all' altrettanto orrenda, ma ahimé, necessaria, via della violenza.




No, non andatevene, non ancora, anche se il buffet è già finito ed è il caso di dirlo, proprio in un lampo!
Vi presento con grande orgoglio il monarca del tempo e non spaventatevi, ha ancora braccia e gambe, sono solo un più dark! Già, un Flash dark è un contro senso ,lo sappiamo, ma noi lavoriamo bene, ormai dovreste saperlo e quindi siamo riusciti nell'impossibile grazie ad un, lasciatemelo dire, geniale compromesso. Come dite? All'ombra e in super velocità sembra che gli manchino gli arti?




Ah, ma siete proprio incontentabili!
Allora vediamo se sapete resistere al re degli hippie iper moderni Oliver Queen, alias Freccia Verde.



Notate i meravigliosi fregi che richiamano la sagoma di una freccia dall'evidente stile pellerossa. I capelli lunghi e fluenti, chiaro esempio di libertà e ribellione da questo sistema così stretto e diabolico, che mira a far l'interesse di pochi a dispetto di molti. Non amate il suo mocassino, degno di quel glorioso popolo che noi statunitensi abbiamo così ignorantemente spazzato via?
Vi vedo un po' titubanti.

Passiamo allora all'ultimo piatto della serata: il rinnegato Hal Jordan.




Questa volta Lanterna verde l'ha fatta grossa, guardate che cattiveria comunica il suo giubbotto smeraldino e la nuova fonte del suo potere! Quel guanto, che calza come una seconda pelle, o come fosse di pelle. E il cappuccio, vero simbolo di un uomo in stato precario, cacciato e privato del suo status quo? Non sono fantasticamente in linea con il prêt-a- porter degli anni '80? Non vi ricorda un motociclista di Harley-Davidson disarcionato? Odiato da tutti, il nuovo eroe maledetto, non porterà molta speranza come farebbe intendere il suo colore, ma a chi importa poi? È più potente che mai, indipendente, solitario e farà mordere la polvere a chiunque si metterà sulla strada, amici o nemici! E non fatelo arrabbiare, ha già perso tutto e non si pentirà di niente! Salutate un vero duro dell'era post "invasione britannica", ora che vi ha girato le spalle lasciando tra di noi le più infernali fiamme verdi di tutto il creato, con la sua felpa , il suo guanto, ecco l'emarginato più famigerato del DC Universe!
Ed ora che la collezione è stata presentata v'invito a non smettere di seguirci, perché il bello deve ancora arrivare. Non siete curiosi di vedere come il nuovo Joker sposi la nuova Lois Lane o come Alfred diventi il nuovo Deathstroke?

sabato 14 marzo 2015

Gremlins di seconda mano.

Parliamoci chiaro, tutti ci sentiamo dei grandi critici, me compreso.
E parliamoci chiaro, la facilità di pubblicazione che ha in internet qualsiasi forma d'informazione non ha fatto altro che far proliferare blog, pagine, forum, canali e quant'altro, non sempre di grande qualità, non sempre utili e molto spesso dannosi per la loro disinformazione.
Col tempo sono cresciute generazioni di lettori, ascoltatori e telespettatori così ansiosi di dir la loro in merito al proprio programma o fumetto preferito, da partorire una critica ufficiosa quasi più autorevole di quella ufficiale. Una voce che parte dalla pancia del pubblico vero, quello pagante, che fa smuovere i dati di vendita di editori o di ascolto di show televisivi e, per questo motivo, assai più importante di qualche studioso del media e per a cui conviene dare credito al fine di una miglior vendita dei prodotti. E come dar torto a questi produttori? Anche a me importerebbe ben poco se il mio spettacolo o libro venisse definito alla stregua di una barzelletta di bassa lega, quando riesco a costruirmi ville e piscine (o semplicemente ad avere una vita dignitosa senza passare dalla fabbrica di paese) grazie ai suoi proventi? Il vero problema, si sa, è che, a forza di dar retta al solo guadagno, dettato dai tamarri gusti dei più , si è inevitabilmente impoverito il canone, faticosamente guadagnato nel lungo percorso iniziato con il secondo dopo guerra, dell'intrattenimento contemporaneo, ormai globale, intrecciato ed interattivo: un parco giochi molto più esteso, con più possibilità ed alla portata di ogni tasca, quanto molto più prevedibile, piatto e codardo.
Tutto questo sarebbe ancora niente se l'ansia da prestazione che fornisce il web, dopo averti adescato grazie a quei quindici minuti di fama genialmente profetizzati da Warhol, non ti spingesse ad un protagonismo patogeno, dove non interessa quel che dici, basta che lo fai. Non ha etica o morale a cui far appello, promette una democrazia ante litteram, dove vincerà il più popolare, chi avrà l'abilità di accaparrarsi più "like" e "followers", a dispetto della forma e del contenuto. L'importante non è partecipare, è vincere, in un panorama in cui pubblico e spettacolo sono la stessa cosa, oltre il reale talento, la tecnica e la conoscenza.
Un americana gara liceale perenne in cui si esalta l'individuo sul gruppo, pur stimolando una gretta strategia di branco. Un habitat perfetto per certi ignoti personaggi, che del diritto d'espressione fanno abuso d'ufficio, e di cui siamo oramai circondati. Nessuno mi fraintenda. Niente di poi così tragico in questo, fino a che si limitano a dar fiato alla bocca lì su uno schermo, perché potrò sempre spegnerlo ed aprire un libro. Ma poi esco e loro mi seguono, in biblioteca, in fumetteria, al cinema, dovunque. Senza stare zitti! Tecnologia, croce e delizia di questo mondo, ci circondi e ci fai, tuo malgrado, circondare da queste vuote voci ridondanti, senza possibilità di fuga. Sulla metro, su un autobus, un taxi, in un supermercato o in una banca, tra cellulari, palmari, cartelloni elettronici, schermi e schermini, lo spirito di tali aspiranti Vasari è sempre con noi. Perché questi esseri, prima si fortificano nella rete, ma poi non esauriscono là il loro operato e fuori nella vita di tutti i giorni si sentono ancor più autorizzati a vomitarti addosso il loro infondato marchio, sostenuti nel loro contorto pensiero dai miriadi di "mi piace" che ha ricevuto l' ultimo stato di Facebook, il loro ultimo post sul blog o video che hanno caricato su You Tube. Si sentono forti, non per la veridicità delle loro nozioni o per la capacità di sostenere le loro tesi, ma per il numero di pecore che li segue, in barba ad ogni analisi di contenuto. Dal sangue cibernetico sono sorti questi nuovi animali, che nel variopinto mondo cosiddetto "nerd", di giochi (più o meno video) di ruolo e non, fumetti, animazioni, film e mode a sfondo fantastico, hanno trovato la loro consacrazione, forse perché per chi non ha delle solide basi culturali è più facile discutere su qualcosa che non ha alcun contatto con le regole della realtà o forse, per semplice casualità.
Questi mostri, con le loro mani avide, degne del Larfleeze più scatenato (non sapete di cosa stiamo parlando? Cosa aspettate, correte a leggere Lanterna Verde edizione Planeta n° 7 o l'originale Green Lantern 40), sono soventi, ad esempio, avvicinarsi a ogni nuovo fumetto come intraprendessero una sorta di caccia al ladro, come fossero dei maestri elementari alla ricerca perpetua di errori nel tema di turno, allontanando da sé ogni forma di piacere che si può e si dovrebbe avere nella lettura di questo linguaggio.
Nuovi Goblin, che hanno soppiantato l'ovvio entusiasmo di una qualsiasi lettura o visione d'intrattenimento, con lo sguardo saccente di chi crede di sapere perché d'informazioni è pieno, senza saper poi molto sul loro utilizzo. Culturisti gonfi di steroidi, ma con poca pratica di sollevamento pesi. Sono come piccoli folletti maligni che hanno perso ogni gusto nel gioco e sanno solo far dispetti, in modi sempre più articolati, poiché, in fondo le tecniche le conoscono, ma non riescono ad apprezzare la naturale semplicità di un buon tiro mancino se non vi è neanche un piccolo zampillo di sangue. Gremlins bagnati con l'acqua molto tempo fa, che giocano ad esser umani. Grigi nel loro orgoglio di esser grigi, convinti che quello sia il color dell'arcobaleno e tristi per non rendersi conto d'aver perso l'unico elemento dell'infanzia che nessun uomo dovrebbe perdere: la capacità di sognare e con essa emozionarsi, gioire e divertirsi, al di là di tecniche e tecnicismi.

Chi se ne importa se una storia è scontata e banale, se è già vista e poco originale, se non è credibile o al passo coi tempi? Non è ancor più importante far sognare, ragionare e capire?
E se è vero che gli intrecci narrativa si sono esauriti già ai tempi dei romani, quanto senso può avere una critica che non concede alcuna leggerezza?
Quindi, cari criticoni della rete, ma non solo, prima di esprimervi in giudizi e sentenze, leggete qualche fumetto in più, chissà che nel frattempo l'ennesima lettura non vi abbia già donato un nuovo e più felice punto di vista.



venerdì 13 marzo 2015

Alla luce del sole

Uno spicchio di sole inaugura l'ennesimo episodio della serie che è la mia vita. I canti dei volatili mi ricordano quanto il benessere in cui sono immerso mi tenga distante da ogni sorta di disgrazia. Scendendo in cucina i miei occhi scrutano un quotidiano nato già vecchio, imbottito di corrotti e corruttori come un tacchino nel giorno del ringraziamento. Arrovellandomi in un' indecisa e gonfia colazione il televisore mi spara immagini di stupri, decapitazioni ed ogni inimmaginabile tortura. Disinfettando la mia cavità orale la radio sussurra alle mie orecchie di guerre fratricide nel cuore della madre Africa, moltiplicate a vista d'occhio, come un virus patogeno che non si ferma a nessun confine imposto dall'uomo. Ultimamente ho perso una o più persone a me care, mi hanno tolto un arto, mi hanno privato del mio status sociale, la mia vita in qualche modo è cambiata radicalmente od ho avuto l'opportunità di nuovi punti di vista. Le perdite hanno portato nuovi stimoli, le trasformazioni nuove capacità, le rivelazioni bizzarre epifanie, ma il mondo attorno non è cambiato, anzi, sembra sempre più marcio e sbagliato come se sapesse quel che mi è successo, come se quel che mi è accaduto, di natura così singolare, abbia creato una strana legge fisica in cui tutto quel che percepisco di sbagliato nel mondo e tutto quel che mi scatena ira e e sdegno sia direttamente proporzionale alle mie mutazioni, in un'escalation infinita di prevaricazioni infraspecie.
Così, inizio a pensare che potrei strisciare nell'ombra, alla sera, per prendermi le rivincite di cui ogni uomo ha bisogno, punire gli impuniti e proteggere i deboli dai prepotenti. E penso che, coperto dal buio di quei vicoli in cui l'unica luce è un debole bagliore lunare, col volto ben mascherato, il capo avvolto in un cappuccio, le spalle protette dal giusto manto ed un simbolo sul petto, potrei farcela. Inizio a credere che avvolto dell'ombra delle notti, con il giusto abbigliamento, i miei atti potrebbero esser salvati dalle ovvie persecuzioni giudiziarie che solitamente situazioni come queste attirano. Ed incomincio a pensare in modo fermo, convinto che potrei riuscire, che la mia identità civile non venga mai compromessa, ma poi mi guardo allo specchio e penso ben altro: che per arrivare a quel buio salvatore, a quei vicoli tanto necessari, dovrei volteggiare su grandi piazze di luce, sfilare dinanzi a molti dei miei simili ed esser confinato alle sole ore serotine, per evitare che quei pochi dettagli che potrebbero trasparire da un abito così elaborato possano svelare il mio segreto. Perché basterebbe anche un solo conoscente, un po' più sveglio di altri, che passasse a mezzo metro da me e il gioco sarebbe finito. Un naso incautamente scoperto, un' iride stranamente famigliare, una postura ed una corporatura ben conosciuta, un sorriso già visto e non sarei mai abbastanza mascherato. Anche la sola forma di una cappa su misura potrebbe ricondurre ai miei tratti somatici per chi ben mi conosce in vesti borghesi, per non parlare di una più facile voce. Certo, potrei recitare imitando altre tonalità, note, cambiare totalmente atteggiamento, come fossi realmente un' altra persona ma, se bastasse e se ci riuscissi, non sono sicuro che potrei mai avvicinarmi a chi più mi sta a cuore. Ed allora a che servirebbe? E che fatica! E non rischierei qualche genere di psicosi? Il buon Alighiero Noschese era solo un imitatore e non ha fatto una bella fine! A chi sarei d'aiuto in certe condizioni? Ed allora no, la realtà dei fatti prende il sopravvento e mi rendo conto che oltre la china dei sogni in vignette non è così semplice camuffarsi veramente bene, tanto da non essere riconosciuti, non come, appunto, si vede nelle avventure dei giustizieri in calzamaglia e non come si potrebbe pensare.
Se tutti siam d'accordo sulla quasi inutilità di un paio di occhiali per togliere dalla mente di tutti i suoi conoscenti che Clark Kent sia in realtà Superman, nessuno è così sciocco da bollare questo (od altri) stratagemmi narrativi come un qualcosa di puerile e stupido. Difatti, oltre ad essere una grande metafora sull'invisibilità dell'uomo comune all'interno di una grande, multietnica e dispersiva metropoli, racchiude molti altri significati (che oggi potremmo definire quasi filosofici), primo fra tutti che Superman sia la maschera di tutti quei topi da biblioteca, nerd e via dicendo che nel quotidiano poco hanno a che fare con bulli ipertrofici e che sognano un altrettanto muscolare messia che salvi i loro posteriori dai prepotenti, meglio ancora se si nasconde dentro di loro. Insomma, una metafora di tutta l'adolescenza maschile. Un'idea prettamente narrativa che funzionava bene un tempo così come funziona ora, ma ormai, in un'epoca in cui il fantastico è sempre più toccato da una vena di realismo (un po' per cambiare, un po' per adattarsi ad un pubblico sempre meno propenso a credere all'"incantato"), risente di una finzione fin troppo evidente. L'ultimo figlio di Krypton non è l'unico ad avere una maschera così debole, ma certamente è il primo, anche in quanto primo tra gli eroi detti super.



Subito dopo arrivò Batman l'uomo pipistrello e, come un gemello speculare dell'alieno, era tanto determinato alla lotta al crimine quanto diverso, dal suo predecessore.



Completamente coperto da una tuta claustrofobica, con una particolarissima cappa, dotato di "corna" rappresentanti le famose orecchie dei pipistrelli da cui prendeva il nome, un colore scuro (l'opposto degli sgargianti colori di bandiera del campione di Metropolis), agiva quasi esclusivamente di notte (mentre Superman era un re della luce) e non aveva alcun tipo di potere, se non la sua tenacia in una crociata instancabile alla malavita. Inoltre, dopo poco, Superman ancora lavorava da solo (e di fatto non ha mai smesso, pur avendo numerosi alleati); Batman, invece, acquisì il primo di quelli che saranno i suoi numerosi allievi. (Robin, il ragazzo meraviglia, è uno dei primi supereroi adolescenti). Il pipistrelli indossa una calzamaglia perfetta a nascondere un'identità piuttosto famosa nel suo mondo, quella di uno dei più noti ereditieri dell'alta società mondiale, nonché filantropo Bruce Wayne, da cui non si scorge che un solo particolare del suo intero corpo: la bocca, uno spiraglio sempre più spesso coperto dal mantello, esattamente come un altro celebre principe della notte: Dracula. Un costume che ha funzionato dalla sua prima apparizione e che a pensarci rende più credibile quel che è per ogni cittadino di Gotham un mistero: la sua identità. Con un uomo interamente velato di grigio e nero, di cui scorgiamo raramente solo un paio di labbra o un ghigno, che il più delle volte volteggia alle nostre spalle per colpire e fuggire a nascondersi nella notte, siamo molto più propensi a credere che possa esistere. In fondo le sue abilità sono reali, anche se è molto meno reale l'effettiva capacità che un uomo le possa usare in quel modo. E qui entriamo nel lato fantastico, in quella porzione di storia che ci fa sgranare gli occhi e voltare lo sguardo estasiato al cielo, il fantastico che ci fa sognare la notte, che rende più confortanti le nostre giornate e che per questo non dovrebbe mai mancare in un qualsiasi storia. Un altro lato della medaglia di cui fanno parte anche i poteri dell'uomo d'acciaio o dell'uomo Uomo Ragno, la cui figura è forse ancora più pensabile per individuo che vuol celare il proprio aspetto, ma che, esattamente come Batman e nonostante i suo poteri, se ci riflettiamo un secondo non è certo meno incredibile. Tra un'incerta comodità ed una visuale palesemente ridotta, tanto per fare due esempi, non ci parrebbero ovvio come ora nessuna delle sue stupefacenti acrobazie.
Lo stesso pipistrello, se è vero che si presenta con una credibilità più che discreta per il suo genere, non è esente da domande spigolose. Non sarà facile capire chi è dietro la maschera, fisicamente, aldilà dell'identica postura e dimensioni che ha con Bruce Wayne, ma forse più di un dubbio potrebbe venire in mente al commissario di polizia Gordon che ha ben stretto la mano innumerevoli volte sia a Batman che Bruce, per non parlare del fatto che si potrebbe facilmente collegare che un crociato con così tanti gadget potrebbe aver a disposizione liquidi pari, se non maggiori, a quelli del già citato miliardario.



Ma questi, come per tanti altri personaggi, sono quei dettagli che in certe storie non possiamo mettere in dubbio, dobbiamo solo chiudere gli occhi e crederci se vogliamo che essi mantengano la promessa di farci vivere quelle avventure mozzafiato che ci piacciono tanto. Non possiamo quindi indagare troppo su quel che è credibile o meno, non possiamo, se non vogliamo distruggere quel che distingue queste storie da tutte le altre. E se ci sembrano eccessivamente ridicole, possiamo sempre leggere e seguirne ben altre. Dove non è richiesto tutto questo utilizzo massiccio di fantasia da parte del lettore e dove tutto è molto (ma poi, come per ogni storia d'invenzione, non così tanto) meno impossibile. Si etichettino pure con epiteti sciocchi queste novelle contemporanee i cui personaggi non sono mascherati così bene, che usano un paio di occhiali per celare una natura oltremodo singolare ed esuberante, che impersonano vigilanti ipertecnologici senza nascondere le loro immense ricchezze, che si rifugiano dietro a mascherine che coprono ben poco a parte palpebre e zigomi, perché non è necessario che lo facciano veramente, è necessario solo che esistano.
In un mondo come il loro, fatto d'inchiostro e matita, ogni segno è interpretazione, ogni tratto è comunicazione e certe mascherine non sono solo un doveroso omaggio a tempi più ingenui, ma veri e propri simboli e non è necessario che siano bande nere sugli occhi o passamontagna asfissianti: per il lettore, come per gli eroi e i loro amici, saranno ugualmente efficaci. E se possiamo capire facilmente come questa caratteristica distintiva faccia parte della componente fantastica dei loro canoni e quanta "sospensione dell'incredulità" venga richiesta affinché il motore della storia possa avviarsi, forse non dovremmo affrettarci a relegare il tutto come un dettaglio privo di significati più maturi.
Ho sempre pensato diversamente, che fosse il loro antico retaggio ad aver incarnato alcuni personaggi in immagini apparentemente inutili per chi cerca di nascondere il proprio ruolo di uomo qualunque, ma forse, per eroi come Superman, Wonder Woman, Aquaman, Lanterna Verde, Freccia Verde e Martian Manhunter (ma anche in modo più sottile per due meglio celati come Batman e Flash), non è esattamente così. Non ho prove, la mia è solo una tesi, ma i componenti di quella che al secolo è passata come la Lega della Giustizia, nonostante il loro ovvio e fantasioso ruolo di fuorilegge, hanno sempre cercato un posto di fianco alle istituzioni e alle forze dell'ordine, ancor di più di altri loro colleghi.




Si può notare quanto una principessa amazzone come Wonder Woman sia una pubblica rappresentante di un popolo terrestre, ma alieno alla nostra società, ed Aquaman, un re di una nazione altrettanto estranea, abbiano poco da nascondere: sarebbe come se un generale o un capo di stato facessero anche parte di un'alleanza su scala globale di individui dall'identità ignote per la lotta al crimine.



Tutto ciò apparirebbe per lo meno bizzarro. Strana, sì, ma anche profondamente americana, quest'idea, accentua al massimo il concetto di una consapevole ed aperta dichiarazione pubblica a sostegno della legge attraverso romanzate azioni e pittoreschi intrecci, certo, per continuare a divertirci e a farci immancabilmente sognare, ma senza indurci troppo a pensare che esser fuori dal sistema sia meglio e che chi lo amministra sia sempre il corrotto nemico da combattere.



Alla stessa maniera troviamo una Lanterna Verde, che nelle vesti di Alan Scott, esattamente come il primo Freccia Verde e Flash, cela i suoi lineamenti dietro striminzite mascherine carnevalesche o, addirittura, un mero cappello metallico, e nelle più recenti di Hal Jordan, accoppia ad una modernissima tuta aderente lo stesso feticcio da martedì grasso.

 

La Lanterna verde ed il Flash originali. Un palese contrasto tra i loro volti malcelati e le sgargianti tute che indossano.

Appare quindi, per l'ennesima volta un mascheramento più simbolico che altro, un gioco, che però, nella finzione delle avventure di Hal viene leggermente recuperato, grazie all'idea che la stessa fonte dei suoi poteri aiuti a confondere il suo volto sotto un velo di misteriosa energia cosmica verde. Un passo avanti per giustificare la "cecità" dei concittadini di Jordan, ma noi lettori ben vediamo come affronti a testa alta entrambi i ruoli della sua vita, senza mai celarsi veramente. Hal non è eroe per scelta, ma per quel senso del dovere che una sorta di chiamata alle armi spaziale fa nascere in lui, di fronte alla quale non si tira indietro, accettandone l'onere e l'onore. Non a caso appartiene ad un intero Corpo di forze dell'ordine, formato da individui scelti per le loro grandi virtù, guidato da un ristretto ed antico gruppo di alieni,che tentano di scardinare il crimine nell'universo, in tutto e per tutto simili ad un dipartimento di polizia e al governo dalla portata cosmica a cui essa deve rispondere .



Hal, nonostante le vesti di Lanterna Verde, ammettendo che realmente non si intuisca chi ci sia dietro la smeraldina figura, è come se agisse senza alcun tipo di camuffamento: la sua vera identità non risiede in Hal Jordan o nella Lanterna del circolo dei supereroi terrestri, ma nel corpo in quale milita e, come per qualsiasi militare o poliziotto, il suo vero volto è la divisa che indossa, una divisa mai messa in ombra.


 
L'esordio di Hal Jordan come Lanterna Verde e di Barry Allen come Flash su Showcase n° 22 e 4.

Una divisa come quella che indossa ogni giorno il Flash degli anni '60 e ancora in voga Barry Allen nella sue occupazione alla scientifica nella polizia di Central City e che, se nelle vesti del Velocista Scarlatto si fa beffe di certe regole, ha fatto di tutto affinché questa figura venga accettata, non solo come un angelo custode da ogni cittadino della città, ma sopratutto come un prezioso aiuto nella cattura di criminali sovrumani da parte dei distintivi della città.

Barry Allen, il secondo e più popolare Flash in due tipici momenti della sua vita da poliziotto.

Benché il costume di questo Flash sia secondo solo a quello di Batman nella protezione dei connotati dell'eroe, ancor di più rispetto al miglior detective del mondo, il velocista si è occupato di aver un comportamento irreprensibile dinanzi ai tutori della legge, dell'opinione pubblica e adottando metodi il più possibile vicini alla legalità, a dispetto dell'assurdo paradosso.



Ed allora perché non pensare che il volto così scoperto di Kal, Diana od Arthur non stia ad indicare qualcos'altro? Che non stia lì alla luce del sole, senza troppi paraventi, ad indicarci che nelle battaglie per una società migliore, mondata da tutti quei crimini che tal figure combattono con tanta determinazione nelle pagine dei loro albetti da oltre settant'anni, dobbiamo metterci la faccia?  Non sarà stato che un mero riflesso inconscio dell'educazione dei loro autori o puro e semplice caso, ma forse quei visi così riconoscibili, sopratutto dinanzi a guardie armate e rappresentanti di governi e polizie, come se non avessero paura della nota pena che dovrebbero giustamente subire per aver infranto codici penali e civili, come se non avessero mai agito veramente al di fuori di essi, siano un esempio in metafora di quel ognuno di noi dovrebbe fare: combattere per quel che è giusto nel rispetto della legge senza mai nascondere chi siamo, dietro a maschere o un monitor di un computer.

La versione originale dell'ormai più incappucciato e barbuto Freccia Verde.

Un dettaglio che ci ricorda, più di mille azioni, che se in cuor nostro abbiam desiderio di cambiare le cose, leggi ingiuste o antiquati valori morali, solo uscendo allo scoperto, con l'orgoglio per le idee in cui crediamo, possiamo riuscire nell'intento. Essere un esempio quotidiano di quel che è giusto o meno è l'unica speranza che ci è concessa. Come un virus al contrario, solo con il nostro esempio si può contagiare altri a far lo stesso, dimostrando che tutto sommato il crimine, piccolo o grande, non paga, e così dar forza anche a manifestazioni di più alto livello.
A guardar bene il superuomo più famoso del mondo e i suoi super amici agiscono proprio così.
Lo stesso crociato incappucciato in più d'un periodo della sua carriera entrava e usciva dalle centrali polizia come nulla fosse, "alla luce del sole" anche se era notte, non necessariamente di soppiatto da lucernari e finestre, intrattenendo più d'un rapporto con  agenti, giudici o semplici onesti cittadini. Tutto questo come se quel suo travestimento ben congegnato, potesse comunque salvarlo da incontri tanto ravvicinati. Realmente non sarebbe affatto possibile. E se ci sono alcuni personaggi, DC o Marvel o quant'altro, che semplicemente non hanno bisogno di costumi, come il Segugio di Marte (in quanto un alieno mutaforma può assumere ogni aspetto e quando ha bisogno di un identità può facilmente assumere forma umana, animale o vegetale!), alcuni figuri magici (Dottor Strange), vari anti eroi (Il Punitore) ed altri i cui creatori sono stati più attenti alle mode che alle funzionalità dei loro indumenti, la narrativa moderna ha imposto a molti altri l'abbandono totale dell'identità segreta, accentuando ancor di più il realismo (come nelle ultime avventure di Iron Man o Daredevil) con esiti più o meno funesti, ma non sempre allontanandoli dall'illegalità. All'interno della lega, invece, il lato sognante è sempre stato molto forte, ancor'oggi, richiamando al fantasy ed a tanta fantascienza. Raramente, infatti, si sono viste aperture sui loro alias come in altre case editrici. Nonostante questo, la maggior parte dei loro componenti è rimasta  palesemente a volto ignudo, in un' icona ben definita, che non è quasi mai cambiata. La classe e la tradizione, in loro, è forte ed è difficile pensare ad una divisa troppo diversa per quanto questa possa non piacerci; ma ancor di più, allora, capirete questa piccola pulce che mi è entrata in testa. Quindi, la prossima volta, quando vi capiterà di soffermarvi sulla reale efficacia del costume di un Superman,  non siate troppo frettolosi nel giudicarla, perché forse impedirci di riconoscere l'uomo che vi si nasconde sotto non è esattamente il suo obbiettivo.  Forse, e dico forse, il fine è quello di spronarci a non provare vergogna quando siamo nel giusto, a non nasconderci quando combattiamo per i nostri diritti, a non aver timore di rivelare le nostre opinioni, per quanto tutto il mondo attorno sembri fare il contrario e ci remi contro.