sabato 2 gennaio 2021

Fan -atic- boys !

Non c'è che dire, il peggior nemico di ogni eroe è il suo fanclub. Specie se è un eroe di fantasia. Oggi non si può far fare il minimo passo a nessun personaggio (astratto) che una pletora di sedicenti fan si elevano a giudice, giuria e boia condannandolo, dalla pressione della pedata alla direzione del piede, se non rispecchia le loro personalissime tavole della legge. L'avvento di Internet e la sua diffusione, come per ogni invenzione, ha avuto luci e tra le proprie ombre, l' effetto collaterale di dar fin troppa visibilità ad opinioni ben poco dignitose per l'intelletto umano. Tra queste, un angolo particolare se lo sono ritagliato le sempre più spesso acide critiche degli appassionati del fumetto (ma anche del cinema, dei videogiochi, dei libri, persino dei programmi televisivi), versate in una spirale di immancabile, incontenibile e costante denigrazione. Come se sbeffeggiare il nuovo tassello di una saga fosse ben più importante che godere della sua esistenza. Una volta, pare, che si fremesse all'idea di poter vivere un' avventura mozzafiato con le strisce di Tex, assieme a Batman sugli Albi del Falco od attraverso i Peplum di Sansone. Ora, forse, è più eccitante demolire, pezzo per pezzo il duro lavoro di cineasti, sceneggiatori, disegnatori, scrittori, etc.. Il fanboy contemporaneo non vede l'ora di impersonare un Deadpool di seconda categoria, con un sense of humor assai dubbio e spesso di matrice sesso-razzista.


Autodefinito nerd senza alcun barlume d'informatica, anzi sovente agli antipodi di ogni sorta di scienza, pare che il suo ruolo non sia il divertirsi e l'apprendere con incredibili esperienze virtuali impossibili da replicare nella realtà, ma distruggere ogni stralcio di fantasia proprio perché vive una squallida routine da cui non può fuggire. Una sorta di perversa rivalsa per una frustrazione esistenziale, frutto, il più delle volte, più di una valutazione erronea, che di concreti dati di fatto. Invece di rifugiarsi a Fantásia per fuggire dai problemi quotidiani e trovare nuova propulsione per andare avanti, cambiare, adattarsi e migliorare, ci si allea con Gmork e il Nulla nascosti da un malriposto senso di maturità. Dietro ad una tastiera o forte dei propri simili, questo nuovo ramo del fan, credo si senta qualcuno solo nell' istante in cui può sedersi dietro alla cattedra immaginaria del grande esperto di questa o quella figura immaginaria, dimenticandosi però di non avere le qualifiche necessarie per il ruolo. È una libertà di parola travalicata, una prepotenza di opinione. La sua idea è sorretta dalla falsa credenza che abbia valore solo in quanto tale, indipendentemente dalle fondamenta su cui è costruita. Vorrei tanto svegliare il bel fanboy addormentato, rivelandogli che non sempre 1 vale 1 o meglio, che un ragionamento basato su un po' più di conoscenze rispetto alle sua non è da equiparare al proprio, ma andrebbe ascoltato con umiltà. Impossibile! 


Questa parte da FANatico è un muro consolatorio, uno scudo comodo, è una placenta di menzogne impenetrabile, una scusa per non crescere e gettare sugli altri tutti i propri fallimenti. Si sa, non c’è peggior sordo di chi non vuole sentire e certamente non c’è peggior lettore di chi, in ciò che legge, vede, per inconscia volontà o analfabetismo di ritorno, solo ciò che vuole. E non c’è spiegazione, delucidazione, informazione, rispettosa, educata, razionale, che tenga. Le capisco le paure, le insicurezze e soprattutto la fatica che porta e sedimentarsi in un bozzolo simile, ma inaccettabile è un prezzo pagato dai diritti degli altri. Un’impostazione che infine, per quanto la si accolga, non possiamo che definire egoista. 

E non è un legittimo diritto di critica come potremmo essere indotti a pensare, come molti demagoghi odierni hanno ormai inoculato nella mente collettiva (dalla nuova esaltazione dell'uomo qualsiasi del M5S al nuovo fascismo leghista), che vado a lenire, me ne guarderei molto bene. È più il resoconto della mia triste esperienza a contatto con quello che una volta credevo fosse il mio ambiente naturale. Da quando ho tentato di trovare consolazione dalle mille delusioni giovanili a contatto con religione, politica o sport, nell'habitat nerd mi sono imbattuto in una serie di folli castronerie così infinita da non bastarmi tutti i blog di questo mondo. 
Guardate il disagio di un esemplare di Homo Funboysis nel suo habitat naturale

L'ultimo, ad esempio, riguarda lo storico incontro tra i personaggi DC Comics e quelli Sergio Bonelli Editore. È un team-up che realmente passerà alla storia, è un qualcosa di inedito nel panorama fumettistico italiano. Alcuni dei supereroi più famosi di sempre a livello globale divideranno le proprie pagine con il piccolo regno editoriale italiano più caratteristico e longevo: avremo Dylan Dog spalla a spalla con Batman, Zagor fianco a fianco di Flash e la Justice League dovrà vedersela con l'Agenzia Alfa e chissà cos'altro ancora. Ti piace Nathan Never? Ti piace Lanterna Verde? E "smash!" ci facciamo una storia mash-up! Cosa ci può essere di meglio, per un cultore di personaggi diversi che averli tutti in un unico albo? Da amante di questi due editori non ho potuto che trasudare gioia e non pensavo esistesse qualcuno che la vedesse in modo negativo. Cosa poteva mai esserci di nocivo in una storia con Il crociato Incappucciato e l'Indagatore dell'Incubo? Male che vada ne sarebbe uscita un'avventura senza infamia né lode con due dei più grandi character del fumetto mondiale che non condizionava assolutamente le continuity e i mondi di entrambi i personaggi, a cui avremmo assistito con divertimento un binomio più unico che raro e, avremmo vinto tutti: editori, negozianti e lettori.


Scemo io che ancora sono così ingenuo! Essere testimoni di un'operazione commerciale fumettistica piuttosto epocale non è stato reputato sufficiente per qualche voce con un bel po' di coraggio nel voler tarpare le ali all'entusiasmo dei fumettofili insinuando che, se questi crossover non saranno fatti a dovere (che poi, come sopracitato, dovrebbe essere solo il SUO di dovere) si riveleranno un incubo. Perché mai, poi? Su che basi si può essere così sicuri del risultato di un prodotto sfornato da professionisti in questo campo da decenni che ogni mese riempiono il mercato di fumetti tecnicamente corretti?


Ancora la DC, ha presentato un impavido progetto editoriale, Future State, in cui esordiranno versioni più moderne ed etnicamente varie dei suoi più iconici eroi. Una Wonder Woman brasiliana, un Flash non-binario e, tra tanti altri un Batman nero! 


E su quest' ultimo ho dovuto sorbirmi il solito "innocuo" interrogativo che da anni sento a proposito di alcune incarnazioni cinematografiche di vecchie icone a fumetti: ma perché l'hanno fatto nero se era bianco? Certo, se per nero s’ intendesse fascio-nazista potrei anche essere d'accordo, ma ahimè non è così. Nel caso specifico di questo Batman all black si sottolineava com’ era l'ennesima "scurizzazione" , quasi ci fosse qualcosa di male in un eroe di colore. Già ci sono ben poche cose nella vita unilateralmente sbagliate, figuriamoci qual peso può avere un diverso colore di pelle su un crociato avversario del crimine. Sì può ovviamente pensare che cambiamenti simili avvengano in mancanza di idee migliori, è più che lecito, ma m' incuriosisce sempre come le reazioni davanti ad esse abbiano una connotazione tanto superficiale quanto discriminante. Non si dice mai (o raramente) che Batman, per rimanere sul pezzo, è troppo violento o tamarro, non si va al nocciolo dei temi delle storie, ma si addita sempre (o molto spesso) il colore delle pelle, la nazionalità, la religione ed il sesso del protagonista. 


Mi ricordo bene i vezzeggiativi che trovai a proposito dell'allora nuova Miss Marvel adolescente, musulmana di origini pachistane, nata ben quattro anni prima del Dc Future State, dalla coraggiosa iniziativa editoriale Marvel Comics All New All Different basata sull’introduzione di più diversità possibili, da quelle etniche ai cosiddetti orientamenti sessuali, target, sottoculture, etc... Personaggio inutile con un super-potere disgustoso, ecco la cassante descrizione dell’eroina per alcuni leonidi della rete. Curioso notare il preciso aggettivo del termine disgusto riferito ad un potere piuttosto classico per il genere, che non avevo mai sentito accostare a Mr. Fantastic, Plastic Man o Elongated Man, eroi ben più celebri con la stessa capacità e, guarda caso, tutti uomini. Invece su un' incarnazione cartacea di una donna minorenne che riprende la prima identità di una supereroina molto amata dai maschi etero, Carol Danvers, la percezione di un'ottica sessista, introiettata o meno, non porta nessuno scrupolo se non la prevaricante violenza utile per umiliarla. La visione di una donna e, forse ancor più, di una ragazza che ce la fa, testa a testa con Iron Man e Capitan America, che non è né bianca, né cristiana e pur non esistendo ha un successo non indifferente, è veramente intollerabile per questo tipo di lettori. Poco importa se la Signorina Meraviglia Kamal Khan (non Harris, eh!) è la naturale conseguenza dell' adolescente emancipato Uomo Ragno. 


Ancora una volta ci troviamo davanti ai pregiudizi di chi non accetta che il mondo avanzi e che i protagonisti a fumetti come loro li hanno conosciuti possano mutare, per sopravvivenza, adattandosi ai tempi o per volere di un autore che vuole legittimamente lanciare un messaggio, lasciandolo inevitabilmente indietro. Un sentimento umano, ma siamo franchi, il mondo non ti lascia alle sue spalle senza prima chiedere se vuoi andar con lui e, per quanto difficile, perché lo è e molto, la scelta è sempre nostra e sotto questa luce il pretenzioso atteggiamento del fumettaro di quartiere è esopico. È il reboot de " la volpe e l'uva", il remake del gatto persiano che dice la carne ha un cattivo odore perché non può mangiarla! Una storia tristemente vecchia quanto il brodo primordiale da cui siamo scaturiti e non c'è verso di fermarla. 


Siamo in bilico su una bilancia che pende pericolosamente verso la critica radicale, tralasciando il vero fulcro dell’arte per cavi virtuosismi. Abbiamo superato da tempo lo status di appassionato che si beve tutto, ma siamo ormai incagliati in un Titanic di saccenza ammazza poesia. Sarebbe auspicabile trovare l’equilibrio tra mente e cuore (anche se direi più tra buon senso e arroganza) essenziale per incamminarci sulla strada della felicità.


L’ entusiasta fanciullo della nostra infanzia non deve perire sotto il peso di infrastrutture culturali incerte e frastagliate, ma deve fondersi con l’esperienza dei grandi in un tao adulto ed egualmente idealista. 

Un consiglio: non arrabbiatevi troppo se il vostro eroe del cuore diverrà un transessuale cubano poliamoroso, più queste cose faranno scalpore più gli editori o le case cinematografiche continueranno nei loro tentativi più o meno maldestri di vendere le loro proprietà intellettuali ad un pubblico sempre più vasto e prima poi, statene certi, prenderanno altre strade.

Ancora un altro: se certi cambiamenti mi fanno diventare una Lanterna Rossa, prima di dar fuoco alla vostra collezione di fumetti chiedetevi prima se non siate voi a dover cambiare e cercare qualcuno che vi possa aiutare a farlo, che pretendere l’innaturale immutabilità del mondo.

Buon anno a tutti, Marvel Zombies e non!

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