Sceneggiato a suon di telefonate rischia di apparire più banale e scontato di quel che non volesse essere, ma purtroppo non siamo su un'isola di desideri, ma nel mondo reale e le ambizioni devono essere sapute coniugare se si vuol essere definiti come “capaci”.
L’eredità di Scott è troppo pesante per poter rischiare qualcosa di veramente inaspettato e, chiaramente, si punta sul cavallo vincente per poter incassare sicuri e vendere di più nell’home video. Niente di male, ma se ci si fosse sottratti ai cliché e alle retoriche di quel retaggio culturale avremmo avuto una visione degna di questo nome. Un'esperienza visiva non può, oggigiorno, giocare sulla metà del suo potenziale per accontentare i religiosi scottiani. Per fortuna a questa grande impassibilità, (metafora dell’ emozioni di un Ryan Gosling emule del peggior Affleck?) veniamo tenuti a galla da un impensabile Dave “uomo senza collo” Bautista sulle soglie della recitazione, una simpatica fidanzata virtuale e l’ennesimo inquietante Jared Leto, di cui ci sottraggono il piacere di uno scontro finale dell’ultimo livello col “non più” Giovane Hercules.
E poi questo sequel è riuscito a farmi stare simpatico Harrison Ford!
Ne vogliamo parlare?
Ecco ora potete odiarmi.
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